Hai frequentato Ascona per molti anni, quale è stato il più bel periodo per te? E perchè?

Sicuramente gli anni più belli di Ascona sono stati quelli dalla fine anni  70 inizio anni 80 dove c’era questa libertà assoluta di fare quello che si voleva, come si voleva e con chi si voleva.  La gente veniva qui da noi ad Ascona a divertirsi con sette locali notturni e una vita mondana molto intensa, senza dover strafare come si fa oggi, quindi tutto facile e divertente.

I problemi non esistevano, la vita reale era un gioco. Potevi reinventarti  giornalmente. Forse questa visione è  impostazione mi ha dato la base per una vita presa più alla leggera, sognando sempre di essere in quel periodo.

A quale altro luogo sei particolarmente attaccato?

Oltre ad Ascona sono sicuramente molto legato alla Francia del sud con  questo modo di vivere alla francese del tipo “je m’en fout” ,  me ne frego di tutto, faccio quello che voglio, il famoso „Vivi e lascia vivere“ che farebbe bene a tanta gente anche oggi…..

Guardandoti indietro, pensi di poterti dire che sei stato di vivere la tua vita appieno, e di realizzare ciò che volevi?

A parte che non sono mai stato uno che si guarda indietro ma vivo solo per l’oggi o al limite il domani, non ho proprio niente da recriminare,  non ho lasciato in niente giro, il famoso detto “ogni lasciata ė persa” ė stato un “leitmotiv” che mi ha accompagnato per tutta la vita.

Ho fatto,  provato, visitato, mangiato, usato, guardato tutto quello che si poteva e posso dirmi pienamente soddisfatto di come sono andati i miei primi 63 anni.

Ad una giovane persona, quale consiglio di vita daresti?

Un consiglio che posso dare ai giovani di oggi è „Vivi i tuoi sogni, vivi e realizza tutto quello che  vuoi“, metti l’asticella del tuo ipotetico traguardo, di quello che vuoi raggiungere, molto molto in alto, così che anche se non lo raggiungi appieno, avrai veramente fatto un bel pezzo di strada nella vita.

Non lasciare indietro i sogni nel cassetto, non vivere male le tue fantasie e frustrazioni, anche se hai delle visioni diverse del mondo.

Se ti capita la famosa occasione unica che ti può cambiare la vita, prendila al volo, anche se ti obbliga a rivedere tutti i tuoi piani fatti in precedenza togliendoti dalla tua “comfort zone”

La fortuna passa vicina a tutti un paio di volte nella vita, ma solo in pochi riescono a vederla e prenderla al volo.

Anche perché questo vuol dire stravolgere la tua vita da capo a piedi. Per il resto combatti e combatti ancora per i tuoi obiettivi, scendere dal treno in corsa e buttare all’aria tutto si può fare, anche facilmente,ma poi risalire su quel treno ė quasi impossibile.

Quale è la tua ricetta per realizzare un sogno?

Sogna e vivi, sogna ancora e realizza,  ė la mia ricetta ma ė anche l’unica al mondo che funziona, sogna vivi, sogna vivi e sogna,  fino alla fine.

Quanto sono stati importanti i tuoi genitori per quello che hai ottenuto nella tua vita e quello che sei oggi?

Sicuramente i miei genitori mi hanno dato l’imprinting, sono stati quelli che mi hanno modulato e formato per essere quello che sono.

Avevano una visione molto “steineriana” del mondo e questo mi ha dato l’opportunità di sviluppare tutto quello che avevo in testa, le mie fantasie, i miei sogni, senza dover seguire degli schemi stereotipati e ritenuti giusti in quel preciso momento storico.

Eravamo in pieno movimento liberatorio del flower power e questa sicuramente è stata la ricetta vincente, per me ribadisco, non per tutti.

Sei l’unico svizzero ad aver vinto un Emmy Sport Award. Puoi condividere questa esperienza e qualche aneddoto sulla premiazione?

Il 1994 era lo stesso anno nel quale vinse anche Peter Falk, alias il tenente Colombo e Cindy Lauper per il suo video, come pure Helmut Thoma proprietario di RTL in Germania, solo per nominarne alcuni.

La vittoria dell’Emmy Awards con la CBS è stato un punto che chiaramente ha cambiato la mia vita, anche se me ne sono reso conto solo tanti anni dopo. L’avere sulle spalle questa onorificenza così importante nel mondo televisivo e in particolare a quella giovane età,  mi ha favorito notevolmente nella professione.

Vincere l’Emmy in TV ė come vincere l’ Oscar nel mondo del film.

Per me il 94 è stato la fine di una prima parte della mia lunga carriera televisiva iniziata nel 1978,  dove ho lavorato per una quindicina di anni per le varie costituende reti televisive italiane, come Canale 5, Retequattro ecc…ed in particolare per le due emittenti principali americane ABC e CBS, da qui poi ne ė seguita una seconda parte dove ho iniziato a produrre indipendentemente e lavorare come regista freelance, mentre  la terza e forse ultima parte è stata quella di essere assunto dalla  Radiotelevisione Svizzera come regista per vari programmi e giochi televisivi, come pure programmi nazionali tipo l’hockey su ghiaccio e il calcio.

Quindi se vuoi ho avuto tre carriere diverse sempre legate al filo della televisione.

Come spiegheresti ad un bambino la differenza tra essere e avere?

La differenza tra essere ed avere è una differenza abissale. Quello che tu hai,  l’hai accumulato, l’hai trovato,  l’hai guadagnato, l’hai rubato , e oggi ė tuo, ma facilmente un domani te lo possono portare via, lo puoi perdere con investimenti sbagliati, una malattia, un divorzio, una perdita.

Invece quello che tu sei non te lo porterà mai via nessuno, ė dentro di te, e per questo mi dico sempre che mi sento un vero ricco perché  questo è il vero lusso e la vera ricchezza. ESSERE.

Hai un modo tuo di stare con te stesso, e dichiari „di fregartene della gente“. In che senso lo intendi?

La famosa frase del fatto che “io me ne frego della gente e del mondo” ė in parte una maschera un modo di difendermi.

Ho avuto la fortuna di imparare ad amare e amare me stesso, così come sono, e quindi devo dire la verità mi basto, anche come compagnia.

Sono un leone solitario che però  piace stare in mezzo alla gente, ma sempre osservando un po’ dall’esterno, mi osservo molto e mi giudico anche molto severamente.

Cosa ci facevi a Vail in Colorado a fine anni 80?

Ho girato tutto il mondo da solo per lavoro,  nei vari paesi dal Giappone al Canada, dai paesi nordici agli Emirati Arabi, dalla Russia all’America, sempre rincorrendo gli avvenimenti e le manifestazioni mondiali più importanti, dagli sport più svariati ai concerti, anche qui dalla musica pop e rock alla classica e alla lirica e per far questo devi essere oltre che in buona salute e pieno di voglia di metterti in gioco continuamente, anche di mentalità molto aperta e chiaramente plurilingue per comunicare  con tutti, capire i loro “Jokes”, andare a divertirsi come fanno loro, e adattarsi ad una miriade di situazioni belle e brutte che siano.

Ad una festa a Vail in Colorado fine anni ottanta, il signore che mi aprì la porta mi disse: “hello nice to meet you, I am Gerry” e questa faccia mi ricordava qualcuno, era Gerald Ford, ex presidente degli Stati Uniti. A quella festa c’era pure un futuro presidente George W. Bush e la moglie di Bill Clinton.

Hai incontrato talmente tanti personaggi nella tua vita che difficilmente mi viene da farti una domanda su qualcuno in particolare. Quale tratto comune hai notato nelle persone famose/popolari con cui hai avuto a che fare?

Nella mia lunga carriera ho incontrato una quantità enorme di gente famosa e no, o che almeno pensava di esserlo, famosa.

Nel mondo le persone sono tutte uguali specialmente quelle cosiddette pubbliche o famose, perché sono loro che hanno bisogno di noi, hanno bisogno dei media, hanno bisogno di apparire in televisione, in radio.

Se loro sono diventati qualcuno ė grazie a gente come noi che li fa diventare protagonisti.

Qui avrei un sacco di aneddoti su dei personaggi stupendi che potrei citare, però non voglio fare nomi perché poi ce ne sarebbero altrettanti che mi piacerebbe nominare che sono invece delle persone orrende che non meritano neanche di essere citate.

Però è un mondo fatto così,  loro hanno bisogno di noi nettamente più che noi di loro.

 

Per scoprire tutta la storia di Mike Stauss:

Mikestauss.ch

https://mikestauss.ch/scenografia-mia.pdf

www.retro-suisse.ch